L’abilità di lavorare il legno, quella di assemblare piccole tessere di mosaico, di affrescare gli interni dei palazzi con stupefacenti trompe l’oeil, di costruire meravigliose vetrate e strumenti in grado di creare note perfette, di realizzare abiti, imponenti lampadari e sculture di ogni genere: l’artigianato italiano si lega indissolubilmente all’arte, che diventa matrice di un saper fare tramandato generazione dopo generazione.
L’Italia patria dell’arte, straordinario museo diffuso, non poteva non sviluppare nel tempo un’altissima competenza nell’ambito della conservazione del patrimonio. Un primato che il mondo ci riconosce e ci invidia, tanto che le nostre scuole di restauro e i nostri restauratori sono apprezzati e ricercati ovunque.
Così l’attività dei molti maestri sparsi sul territorio rappresenta un vero fiore all’occhiello della manualità italiana più raffinata: ma non solo, dal momento che l’attività del restauratore richiede anche grandissime competenze storiche, tecniche e scientifiche.
A Firenze, i quartieri di Santo Spirito e San Frediano ospitano per tradizione antiquari e botteghe famose in tutto il mondo per la qualità dei loro restauri su manufatti di ogni genere: dal legno al vetro, dai mobili agli stumenti musicali.
Ad Ancona si trova invece uno dei pochissimi laboratori che si dedica al restauro tessile. Tra i molti reperti riportati a nuova vita, gli abiti del Sette e Ottocento dell’eccezionale ritrovamento avvenuto nella cripta della Chiesa della Santissima Annunziata di Monsampolo del Tronto, nell’ascolano.
I molti artigiani del vetro di Murano e delle vetrate a Milano si occupano nella maggior parte dei casi anche di interventi di restauro e conservazione, così come avviene nelle più importanti botteghe orafe.
Agli atelier torinesi si rivolge invece chi vuol far risplendere antichi e preziosi mobili, complementi d’arredo o lampadari. Un microcosmo di competenze virtuosistiche, basate su profonde conoscenze della storia dell’arte e dei materiali.