A seconda della composizione ogni tipologia di pietra necessita di una certo tipo di lavorazione.
L’abilità dell’artigiano sta nel capire la natura della pietra che ha davanti, vederne le potenzialità e assecondarle, tirandone fuori l’oggetto o l’opera in essa contenuta. Un po’come faceva Michelangelo, uno dei protagonisti del nostro Rinascimento.
Tra le tradizioni della bassa Bregaglia e della Val d’Aosta, troviamo quella della lavorazione della pietra ollare, materia duttile e malleabile con cui vengono ancora oggi realizzati oggetti di antichissima origine, come i laveggi, pentole di cui si ha testimonianza già dal 70 d.C. e i furagn (recipienti con coperchio usati per conservare alimenti); ma anche altri prodotti per la casa dal design moderno, dai servizi da caffè fino alle stufe.
La Toscana anticamente era famosa per la pietra serena di Firenzuola (alto Mugello) e per l’abilità della sua lavorazione da parte dei maestri scalpellini ma anche per i marmi, e per l’alabastro.
Tutti conoscono il marmo di Carrara, e quello della zona di Pietrasanta (Lucca) ai piedi delle Alpi Apuane, dove dai famosi studi di scultura escono oggi pezzi unici e serie limitate dei più importanti scultori del mondo tanto da divenire il maggior centro d’eccellenza di lavorazione del marmo.
Un’altra zona di grande interesse è quella di Volterra con l’alabastro la cui lavorazione si attesta già in epoca etrusca e che ancora oggi nella sua varietà di colore miele, o arancio-marrone si presta alla lavorazione di oggetti d’arredamento per l’illuminazione e sculture.
Patrimonio dell’Unesco che incanta tutto il mondo sono i Sassi di Matera, scavati in una roccia bianca e friabile, chiamata tufo con cui vengono prodotti corpi illuminanti, materiali per l’edilizia e complementi d’arredo. Così come con la pietra leccese, la cui malleabilità consente di realizzare opere di estremo fascino. Per non dimenticare anche la lunga tradizione legata alla scultura di marmi e pietre che vive ancora oggi nel Lazio.