Se la ceramica accompagna la storia dell’umanità fin dalla Preistoria, c’è sicuramente un motivo. Materiale duttile e maneggevole, rappresenta sia la materia prima per creare innumerevoli oggetti di varia utilità, sia una forma di espressione artistica. Nelle sue numerose declinazioni (maiolica, terracotta, porcellana…), la produzione della ceramica ha toccato tantissime zone del nostro Paese.
Le regioni del Sud hanno raccolto la preziosa eredità della Grecia e da allora producono bellissime opere in ceramica. Così come le regioni del centro, che invece devono i loro antichi saperi agli Etruschi.
Orvieto, Siena e Faenza, sono importanti centri produttivi fin dal Medioevo, mentre Firenze, dove la produzione di ceramiche è attestata dal XII secolo, diventò leader di quest’arte già in epoca medicea con il granduca Francesco I che allestì un laboratorio e una fornace nel giardino di Boboli per la produzione di maiolica. A metà Settecento la Manifattura di Carlo Ginori (1737) iniziò a dar vita dapprima alla maiolica e poi alla porcellana.
In Umbria, tra il XV e il XVII secolo importanti erano anche i centri di Urbania (riconosciuta nel ’94 come zona di produzione di ceramica artistica e tradizionale dall’AICC, Associazione Italiana delle Città Ceramiche), Casteldurante, Urbino e Pesaro, dove si producevano e ancora è viva zona produttiva, per usare le parole di D’Annunzio, di “antiche forme d’inimitabile grazia”.
Una storia prestigiosa tutt’oggi è quella della ceramica di Deruta, che trova la sua massima ispirazione nel lungo periodo che va dalla seconda metà del ‘400 fino a tutto il ‘600.
Anche il nord vanta rinomati centri di produzione della ceramica, come Savona e Albisola in Liguria, dove questa lavorazione ha origini molto antiche in virtù dei numerosi bacini argillosi che si trovano in questo territorio, o la ceramica del Veneto, che vive il suo momento d’oro nel ‘700, grazie alla scoperta in Europa del segreto della porcellana.